Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 12 ottobre 2024.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Come il delirio post-operatorio (POD)
è efficacemente ridotto dal butirrato di sodio. Il
POD, frequente negli anziani, si sviluppa in parte a causa di un’infiammazione
del sistema nervoso centrale caratterizzata da marcata attivazione gliale,
particolarmente di tipo astrocitario. Il sodio butirrato migliora la
barriera strutturale intestinale ribilanciando il microbiota intestinale,
inibendo Proteobacteria e Actinobacteria, riducendo Allobaculum
e Bacteroides, e accrescendo Oscillospira. Tale regolazione riduce
la permeabilità intestinale, limitando l’entrata di sostanze tossiche nel
sangue, così riducendo la diffusione dell’infiammazione e l’iper-attivazione
astrogliale, con effetto anti-infiammatorio centrale. [Cfr. Xu F. et al., Neurochemical Research – AOP doi:
10.1007/s11064-024-04245-2, 2024].
Autismo: la connettività funzionale
nell’amigdala riserva una sorpresa. Dorit
Kliemann e colleghi hanno sottoposto a vaglio la nozione corrente di una
connettività funzionale atipica nei disturbi dello spettro dell’autismo (ASD).
La connettività funzionale, studiata alla fMRI su 212 cervelli affetti da ASD nello
stato basale di riposo, non ha presentato alcun aspetto atipico nelle suddivisioni
nucleari dell’amigdala. Si auspica la prosecuzione degli studi su campioni
ancora più numerosi per ottenere un responso definitivo. [Cfr. The American Journal of Psychiatry – AOP doi:
10.1176/appi.ajp.20230249, 2024].
Autismo: la probabile ragione dell’alterazione
del tono vocale. Mikhail Kissine ed Elise Clin, in
un campione di individui affetti da disturbi dello spettro dell’autismo
(ASD), perfettamente bilanciato tra maschi e femmine, hanno studiato la
timbrica del tono vocale. Nei maschi le frequenze sonore caratterizzanti il
tono erano più acute di quelle dei coetanei normotipici, mentre nelle femmine
le frequenze caratterizzanti erano più basse di quelle delle coetanee
normotipiche. Kissine e Clin sostengono che questa perdita della
caratterizzazione di genere della voce nell’ASD non si da ricercarsi unicamente
nell’allontanamento dal profilo neurotipico dovuto al disturbo pervasivo dello
sviluppo, ma possa attribuirsi in gran parte a una minore integrazione
dei marker sociolinguistici di genere [Cfr. Kissine M. & Clin E.,
Voice pitch and gender in autism. Autism – Oct 8, 2024].
L’analisi genetica della buona
cognizione in tarda età rivela un locus sul cromosoma 2. GWAS
e analisi del linkage in 946 volontari Amish medioccidentali di età 76-95 anni,
cognitivamente integri o deficitari, hanno evidenziato più di 100 loci
associati all’integrità cognitiva, ma un solo locus sul cromosoma 2 presentava
in tutte le analisi significatività associativa con la conservazione di una
cognizione fisiologica efficiente in età senile [Cfr. Main L. R. et al.,
Alzheimer’s & Dementia – AOP doi: 10.1002/alz.14045, Oct. 8, 2024].
Premio Nobel per la Fisiologia o la
Medicina a Victor Ambros e a Gary Ruvkun per i microRNA. La
Royal Swedish Academy of Sciences ha conferito il Premio Nobel per la Fisiologia
o la Medicina 2024 congiuntamente a Victor Ambros della UMass Chan Medical
School di Worchester, Massachusetts (USA) e a Gary Ruvkun della Harvard Medical
School di Boston, Massachusetts (USA) per la scoperta del microRNA e del suo
ruolo nella regolazione genica post-trascrizionale. Nel 1993 Ambros e Ruvkun
pubblicarono la loro scoperta in C. elegans di queste molecole e del
loro possibile funzionamento, che in breve si rivelò come un livello del tutto
nuovo di regolazione genica presente in tutti gli organismi e presto fu indagato
per l’eziopatogenesi di patologie umane.
Per la verità, ogni volta che leggevamo
di evidenze di un ruolo di microRNA nei meccanismi molecolari di malattie neurodegenerative,
noi ci chiedevamo come mai non fosse stato assegnato il Nobel per una scoperta
così importante. È accaduto a volte che scoperte sensazionali non abbiano avuto
il riconoscimento del Premio Nobel, ma solo perché si è trattato di
acquisizioni maturate progressivamente, grazie al contributo di così tanti
ricercatori e scuole scientifiche da rendere impossibile stabilire la paternità
della scoperta, e non era questo il caso dei microRNA. Ci siamo allora spiegati
questo “ritardo” con la priorità che la Commissione ha voluto dare negli anni
scorsi a scoperte di maggiore impatto nell’attualità scientifica e terapeutica.
[Fonte: Royal Swedish Academy of Sciences, The Nobel Prize, 2024].
Premio Nobel per la Chimica a David
Baker, Demis Hassabis e John M. Jumper. La
Royal Swedish Academy of Sciences ha conferito il Premio Nobel per la Chimica 2024
congiuntamente a David Baker per il computational protein design e a
Demis Hassabis e John M. Jumper per la protein structure prediction.
David Baker è riuscito nell’impresa quasi impossibile di costruire tipi di
proteine interamente nuovi. Demis Hassaber e John Jumper hanno sviluppato un
modello di AI per risolvere un problema rimasto insoluto per mezzo secolo:
prevedere le strutture complesse delle proteine.
Come si legge sul sito ufficiale della
Fondazione, “The Nobel Prize”, queste imprese contengono un potenziale enorme
che – aggiungiamo noi – è al servizio della scienza di oggi e di domani. [Fonte:
Royal Swedish Academy of Sciences, The Nobel Prize, 2024].
Premio Nobel per la Fisica a John
J. Hopfield e Geoffrey E. Hinton pionieri dell’AI. La
motivazione della Royal Swedish Academy of Sciences per il Premio Nobel a John
J. Hopfield della Princeton University (NJ, USA) e Geoffrey E. Hinton della
University of Toronto (ON, Canada) recita: per fondamentali scoperte e
invenzioni che consentono il machine learning con reti neurali
artificiali. Entrambi hanno impiegato strumenti della fisica per sviluppare
metodi alla base del potente apprendimento delle reti artificiali di oggi.
Hopfield ha creato una memoria associativa che può immagazzinare e
ricostruire immagini e tipi di pattern in dati. Hinton ha usato le reti
create da Hopfield e ha inventato un metodo che può autonomamente trovare
proprietà nei dati, e così svolgere compiti come l’identificazione di specifici
elementi nelle immagini.
Ci piace ricordare che per anni
abbiamo impiegato gli articoli di Geoffrey Hinton e i materiali dei suoi studi
per i nostri seminari monografici sulle reti neurali artificiali. Cogliamo l’occasione
per ricordare che Geoffrey Hinton da tempo chiede di essere ascoltato a
proposito dei problemi che possono sorgere con l’uso attuale dell’AI (artificial
intelligence): si spera che la visibilità conferita dal massimo
riconoscimento scientifico favorisca l’ascolto di Hinton da parte di coloro che
hanno il potere di promuovere la definizione di “linee guida” internazionali
comuni per l’impiego dell’AI. [Fonte: Royal Swedish Academy of Sciences, The
Nobel Prize, 2024].
Un pesce che si guarda allo
specchio per decidere se è in grado di attaccare un altro pesce. Questo
insolito comportamento è stato osservato nel labroide pulitore (Labroides
dimidiatus), un pesce tropicale d’acqua salata caratterizzato da una stria
scura più larga alla coda, che percorre tutto il fianco andando oltre l’occhio e
dividendolo in due (dimidiatus). I ricercatori hanno dedotto che il
pesce si guarda allo specchio riconoscendosi – come i primati – e valuta se le
sue dimensioni corporee sono sufficienti per affrontare pesci di taglia
superiore o inferiore alla sua. Le evidenze emerse dalla sperimentazione
rendono plausibile questa interpretazione; tuttavia, non si ha alcuna prova
certa che il pulitore si riconosca, né che effettivamente operi una
valutazione di opportunità in base alle dimensioni, come farebbe un essere
umano. Per quanto ne sappiamo, soprattutto dagli studi su Danio rerio,
il colorato pesciolino striato privilegiato dai ricercatori, il sistema nervoso
centrale di queste creaturine acquatiche assicura un comportamento in massima
parte riflesso e stereotipato specie-specifico, con processi di scelta operati
in base a semplici associazioni a memorie costituenti “prototipi schematici”:
tutto il resto deve ancora essere provato. Assumendo che con certezza il
pesciolino riconosce e distingue consimili, prede e predatori, prima di
attribuirgli processi mentali tipici dei primati, si può ipotizzare un’intera
gamma di ragioni semplici per spiegare il fermarsi presso lo specchio prima che
si attivi lo schema esecutivo dell’attacco o dell’evitamento. [Cfr. Kobayashi
T., et al., Scientific Reports – doi: 10.1038/s41598-024-70138-7, 2024].
In Colorado un orso nero con tre piccoli
entra in una casa, attacca e tramortisce un uomo. Un orso nero (Ursus
americanus o American black bear) con tre piccoli, approfittando della
chiusura difettosa di una porta di ingresso a vetro scorrevole, ha fatto
irruzione in un’abitazione sotto gli occhi di numerosi testimoni, ha aggredito
un uomo di 74 anni – che intanto provava a farsi scudo con una sedia – caricandolo,
sbattendolo contro una parete e ferendolo alla testa, al collo, alle spalle,
alle braccia, all’addome e ai polpacci, secondo il rapporto di Lucas Martin, State
Parks and Wildlife Officer, secondo cui l’uomo può ritenersi fortunato,
perché è stato vicinissimo a morire.
Quest’anno in Colorado, a Lake City
(nei pressi di Denver), prima di questa aggressione avvenuta venerdì sera, vi
sono già stati altri 8 episodi di attacchi a persone da parte di orsi; ma in
passato gli episodi erano molto più numerosi: negli anni Sessanta se ne sono
contati fino a 96 in un anno.
La retorica animalista che impone, forte
del supporto mediatico e della doxa, di considerare tutti gli animali come
angeliche vittime innocenti di una specie, quella umana, criminale e
distruttrice dell’ambiente, contribuisce in maniera significativa a diffondere un
atteggiamento mentale ingenuamente preconcetto, che bandisce ogni informazione
scientifica sul comportamento animale e vieta l’uso di una ragionevole prudenza
nel rapporto con specie carnivore di grande taglia, pur suggerita dal semplice
buon senso. Una cosa è dire: “Non date la caccia agli orsi”, tutt’altra cosa è indurre
la gente a credere che gli orsi siano degli agnellini. Lo studio
neuroscientifico del cervello dei carnivori – cui appartengono gli Ursidi
– conferma che l’attivazione degli schemi di attacco-aggressione, ordinariamente
usati verso prede e rivali, è nella disponibilità cognitiva dell’animale[1]
e, dunque, potenzialmente nel suo arbitrio. [Fonte: NBC Animal News, Oct.
2024].
La praemeditatio malorum di
Marco Aurelio ha un equivalente nell’Arte del Vivere? Riceviamo
la seguente domanda da visitatori del sito e la pubblichiamo con la risposta di
Monica Lanfredini a nome dei partecipanti al “Seminario Permanente sull’Arte
del Vivere”.
Seguiamo con interesse, anche se da
esterni, il lavoro che svolgete da anni al Seminario sull’Arte del Vivere, e
abbiamo idea della complessità dei metodi e della ricchezza delle analisi basate
su livelli crescenti di approfondimento a partire da paradigmi di base
condivisi; ma riteniamo di aver identificato una caratteristica comune o
ricorrente nella vostra ricerca: portare l’attenzione dal livello della riflessione
filosofica o psicologica ordinaria a quello in cui si sviluppano questioni più
sostanziali. Potreste applicare questo criterio alla “praemeditatio malorum” di
Marco Aurelio, uno stoico che avete studiato con Seneca e spesso commentato?
[Amici
del Pensario Filosofico]
Ci complimentiamo, innanzitutto, per
l’efficacia della sintesi con cui è stato reso il nostro procedere, e poi
entriamo subito in argomento. La praemeditatio malorum, che molti conoscono
dalla sua trattazione in Marc’Aurelio, è un’anticipazione calcolata di possibili
eventi negativi derivanti da nostre azioni del presente o da sviluppi di
vicende esistenziali, proposta per secoli come esercizio dai filosofi stoici.
Michel Foucault ne parla nell’Ermeneutica del soggetto e la definisce “una
prova del peggio”[2],
che consiste nel prefigurare ciò che di negativo potrà accadere, sforzandosi di
vivere nell’immaginario quella condizione come se fosse attuale. Noi possiamo
descriverla come una simulazione anticipatoria allo scopo di prepararsi
alla circostanza per affrontarla al meglio delle proprie possibilità. Gli stoici
erano arrivati a formulare la prescrizione di questo esercizio per via speculativa,
ma noi oggi notiamo che affronta un problema che possiamo correttamente
definire in chiave neuroscientifica: come evitare l’attivazione di sistemi
neuronici (sistemi dello stress, sistema dell’abenula, ecc.) che
determinano sofferenza psichica, perdita di lucidità ed efficienza e rischio di
commettere errori comportamentali causati dal disturbo arrecato da questo stato
alla fisiologia cognitiva.
La praemeditatio malorum è,
in effetti, un esercizio di coscienza consistente nel tentativo di evocare lo stato
affettivo negativo associato a una circostanza che si prevede possa
verificarsi. L’Arte del Vivere – come correttamente anticipato dai
nostri lettori – non si ferma all’operazione cognitivo-evocativa dell’anticipazione,
ma va oltre, concependo un agire al fine di eliminare o almeno ridurre l’entità
della reazione che si avrà al verificarsi della circostanza negativa. Generalmente
l’impatto degli eventi avversi, come abbiamo già osservato, genera uno stato di
alterazione degli equilibri funzionali fra sistemi neuronici, che può andare da
un breve episodio acuto di ansia a uno scompenso funzionale da stress, che
noi cerchiamo di evitare lavorando prevalentemente su due parametri: 1) innalzamento
della soglia di risposta; 2) aumento della distanza interiore attraverso
esercizi di investimento affettivo in grado di ridurre la disponibilità a
investire nella circostanza negativa anticipata.
Senza questo genere di impegno, la praemeditatio
malorum, se non limitata alla “presa di coscienza” di una possibilità su
cui ragionare e protratta nell’immedesimazione di cui parla Foucault (simulazione
dello stato d’animo), può rivelarsi addirittura controproducente, in quanto può
anticipare lo sviluppo di uno stato mentale negativo, che si tenderà a
conservare fino a quando si farà esperienza del verificarsi o del non
verificarsi dell’evento temuto. [BM&L-Italia,
ottobre 2024].
Notule
BM&L-12 ottobre 2024
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